Recensione "L'insana improvvisazione di Elia Vettorel" di Anemone Ledger


Pagine: 205
Casa Editrice: Elison Publishing
Prezzo: €13,50 - Copertina Flessibile; €3,99 - Formato Kindle


Trama
Improvvisazioni negative accompagnano tutta la fiaba nera di Elia Vettorel, dai suoi primi anni in orfanotrofio fino alla morbosa attenzione nei confronti di sua madre, al delirio completo, alla perdita di se stesso.
La collezione di quadri inquietanti raffiguranti bambini uccisi in modi brutali, l’adrenalina nel compiere atti immondi, la derisione per il suo aspetto e la cicatrice sulla guancia, vero e proprio squarcio nell’abisso infernale e sconnesso della sua anima; come non poteva, Elia Vettorel, compiere un atto insano?


"Il presente? Il presente non  è nient'altro che continua sete di conquista [...] Si ricerca, giorno per giorno, finché non si ottiene." 


Recensione
Prima recensione del mese di settembre: vi parlo de “L’insana improvvisazione di Elia Vettorel” di Anemone Ledger, che ci tengo a ringraziare ancora per la fiducia e la copia del suo romanzo. 
Benché io non prediliga granché il genere thriller/horror per le mie letture, di questo libro mi ha colpito particolarmente la trama, ma anche le opinioni molto positive sull’esordio di questa giovane scrittrice. 

Ripercorriamo la storia di Elia dal principio, tramite le sue sedute dallo psicologo, che compaiono esattamente all’inizio di ogni capitolo: dai ricordi dell’infanzia difficile tra le pareti anguste e le regole severe dell’orfanotrofio; schernito e messo all’angolo dai compagni, dove si presenta Finn, l’amico immaginario. Poi il ritorno della madre Aurora e un inizio totalmente nuovo al suo fianco, tutt’altro che idilliaco, e il rapporto difficile che li legherà al punto che Elia finirà per odiarla.

La mente del protagonista appare immediatamente turbata e le condizioni della sua vita in orfanotrofio iniziano a renderla sempre più torbida e contorta. Finn è solo nella sua testa, ma ha una voce e una vita propria, e inizia a guidare pericolosamente Elia in alcune delle sue decisioni. Diventa una costante talmente presente nella sua quotidianità che non lascia andare il protagonista nemmeno dopo, neanche quando sembra che Elia possa “ricucire” la propria famiglia accanto alla madre naturale.

Alcuni sbalzi temporali che si integrano bene alla storia, ci riconducono a un’Aurora prima e subito dopo la nascita di Elia, nella sua vita incastrata in un matrimonio che non vuole più accanto a Raffaele, padre di Elia, rivelatosi un vero e proprio mostro soltanto dopo le nozze. Ormai lontana dalla madre e dal padre che non lo hanno mai approvato e di cui sente palesemente la mancanza, Aurora compie un ultimo passo prima di vendicarsi del marito, che è quello di portare quel figlio che non ha mai voluto al sicuro in un orfanotrofio. 

Lo stile di scrittura è uno stile ben forbito e molto crudo, il quale secondo me è veramente indicato per la storia. Cattura, tiene l’occhio incollato ai capitoli che passano, anche se ammetto di essermi presa con più calma questa lettura e di averla interrotta di tanto in tanto con delle pause dopo aver passato le scene più forti del romanzo. 

Trovo che l’autrice sia stata molto brava a lavorare sulla psicologia del suo personaggio, per farla peggiorare radicalmente nel corso della storia, fino al punto in cui Elia commetterà qualcosa di irreparabile, anche se questo è già accennato agli inizi del romanzo. 

Trovo che certi particolari siano stati costruiti con molta attenzione, e non nascondo che ci siano stati dei momenti all’interno della narrazione che mi abbiano fatto salire un groppo alla gola, come l’incontro tra la nonna ed Elia. 

Le righe finali sono quanto di più adatto per concludere il libro, e mi hanno colpito per quanto fossero azzeccate. 

Ho un’opinione estremamente positiva su questo romanzo, è stato una sorpresa piacevolissima, visto che mi ha avvicinata a un genere a cui non presto attenzione in libreria. Ha spezzato quelle che sono le mie solite letture ed è un bene, visto che è un genere diverso al quale mi sono approcciata.

Consigliato?
Sì!

Voto
4 stelline su 5

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