Recensione "L'epoca della lavanda in fiore" di Valentina Bindi

Pagine: 161 (formato Kindle)
Prezzo: € 0,99 (formato Kindle)
Editore: Self-publishing

Trama
Ellie è una donna di trentatré anni appena trasferitasi a Parigi, ma è originaria di Boston decidendo però di lasciarla nel 2014, circa due anni prima per cause non dipendenti dalla sua volontà. Aveva perso ogni cosa, aveva perso la famiglia e soprattutto la voglia di vivere, decide così di andarsene e ricominciare una vita nuova lontano da tutto e tutti, lontano dai quei luoghi che le hanno distrutto il cuore e che tutt'ora le fanno un male indescrivibile. A Boston era moglie di John e madre di una bellissima bambina di nome Lily di cinque anni, aveva davanti a lei gli anni migliori della giovinezza e li ha vissuti serenamente fino al compimento dei suoi trentuno anni quando è finita ogni cosa, quando l’incidente le ha portato via il suo mondo, la sua realtà e ha creato solo oscurità dentro di lei, così ricordando quello che le raccontava la nonna Colette di origini francesi decide di fare le valigie e andare per qualche tempo a Parigi.
Proprio a Parigi viene assunta da Gilbert un ristoratore poco più piccolo di lei, comincerà una nuova vita, scoprendo luoghi e persone fantastiche fino a quando farà conoscenza di una bottega molto particolare con una proprietaria stravagante di nome Reneè. Grazie all’amicizia che sboccerà tra le due e con l’aiuto di Gilbert, Ellie proverà a cambiare ed a ritornare lentamente alla vita normale, la sua passione di fotografa sarà alimentata dall'incoraggiamento della giovane Reneè, che tra aromi di caffè molto particolari e una gita nei campi di lavanda, lascerà il suo eccentrico e ipnotico sorriso nel cuore di tutti.
È sostanzialmente una storia di amicizia che scopre il profondo e tormentato abisso del dolore della perdita, viaggiando per le idilliache piantagioni di lavanda e per la Provenza, Ellie scoprirà un legame e un dolore che affligge Reneè cambiando completamente il suo mondo, ancora una volta si ritroverà a doversi confrontare con qualcosa di molto più grande di lei, con un male incurabile e con la consapevolezza e la paura costante di perdere un’altra persona con cui aveva stretto forse la più importante delle amicizie che possano esistere al mondo.
Scorci come quelli dell’affascinante Francia accompagneranno la protagonista dando vita ai colori e i sapori di quei luoghi magici e inconfutabilmente unici. 
Questo romanzo non chiede di più, vuole solo far capire come il dolore della perdita, della morte e della difficoltà ad andare avanti possano essere superati grazie all'unione che non deve per forza essere l’amore, ma di come in realtà l’amicizia sia quella spinta e quell'aiuto che riesce a far superare il più terribile dei mali.


"Desiderare di vivere anche se sei conscia di morire da molto tempo, anche se ti sei rassegnata e te ne eri fatta una ragione andando avanti fino a che il cielo chiami. Credo sia proprio questo l'amore, desiderare la vita grazie a qualcuno"
- Renée


Recensione
“L’epoca della lavanda in fiore” è un romanzo di Valentina Bindi, che ancora una volta ringrazio tantissimo per avermi gentilmente inviato una copia del suo libro. 


La ville lumière è lo sfondo incantevole dell’intera storia, la cui protagonista è Ellie, una donna di trentatré anni. Ellie è americana, e non ha lasciato la città di Boston a caso. Le motivazioni del suo addio agli Stati Uniti sono dolorose, difficili da dimenticare e da tenere per sé, per quanto lei stessa ci provi. Ellie è stata moglie e ha amato molto suo marito John, e soprattutto è stata madre della piccola Lily. L’amore sconfinato per la famiglia e soprattutto per la sua piccola traspare parecchio nel corso del romanzo. Ellie è tormentata dai sensi colpa ogni giorno, forse perché reputa di non aver fatto abbastanza per poter evitare quell’incidente in cui tutto è andato in frantumi.
Ellie è una protagonista fragile e forte al tempo stesso, testarda e buona d’animo. 

Il suo lavoro al ristorante non è certo il sogno della vita, ma è pur sempre qualcosa. Soprattutto quando può contare sull’affetto e sul supporto di Gilbert, suo titolare ma anche amico fidato, tra l’altro perdutamente innamorato di lei. Ellie non dà molte speranze al collega e lui con rispetto non insiste, avendo la percezione che il suo passato doloroso le impedisca di andare avanti.

Ma Gilbert non è l’unico su cui Ellie potrà contare durante il suo soggiorno in Francia. Complici dei sacchi di caffè, la nostra protagonista si imbatte nel “Café de coeur”, un localino delizioso che serve varie tipologie di caffè da ogni parte del mondo. Ellie è rapita da quel posto e dalla sua atmosfera, e non stringere amicizia con Renée, la proprietaria del locale, è impossibile. 

Renée è giovane, ma è una ragazza forte e intraprendente, e ne ha passate tante. E’ allegra, spiritosa, e in poco tempo diventa la migliore amica di Ellie, una spalla sui contare davvero. La protagonista di questo romanzo ha la percezione che nessun altro come Renée possa capirla, e confidarle il suo passato è il passo successivo. 

Ma se Ellie è fuggita dal suo vissuto, anche Renée purtroppo nasconde qualcosa di più dietro il suo carattere solare. Un segreto incredibile che ci verrà svelato solo più avanti nel romanzo, qualcosa che le fa vivere la vita giorno per giorno. Durante la narrazione sarà sempre più evidente che l’amicizia che le lega è stretta e indissolubile, e che lentamente, soprattutto da parte di Renée, si sta trasformando in un sentimento più profondo. 

Almeno uno dei suoi problemi ci viene svelato quasi subito, in quanto sarà uno dei personaggi più in vista del romanzo: Dion, suo fratello minore. Un fratello incorreggibile, che ha avuto un passato complicato a causa della droga e che ha addossato sulle spalle della sorella maggiore fardelli di non poco conto. Tant’è vero, che quando ritorna al “Café de coeur”, Renée sospetta immediatamente che ci sia un secondo fine. 

Durante la narrazione il lettore farebbe volentieri un salto al “Café de coeur”: seduti a un tavolino, vicino alla vetrata. Magari con la pioggia che picchietta e una tazza di caffè fumante, gustandoci l’aroma delle miscele di Paesi caldi e lontani. 

Ellie è una protagonista in gamba e fragile, che a tratti sembra non avere davvero la forza di rimettersi in carreggiata. Non la si può biasimare, perché dopo una perdita così grave come quella della figlia il dolore è inimmaginabile. Renée invece è palesemente più forte di lei, nonostante non abbia per niente una vita semplice, eppure è lei stessa a incoraggiare Ellie ad andare avanti e a non mollare. 

Parigi, che fa da sfondo alla narrazione, è raccontata in maniera magica ed elegante, con un’atmosfera rilassante. 

L’idea alla base del romanzo mi è piaciuta molto e il modo in cui la scrittrice l’abbia sviluppata, con momenti in cui la storia mi ha sorpreso non poco. Mi è piaciuto il modo in cui l’autrice abbia incorporato la lavanda al titolo e alla storia del romanzo, e di come questa pianta abbia un importante significato nel rapporto tra Ellie e Renée.

L’unico appunto che purtroppo non posso non fare, è che ho notato in questo romanzo uno stile un po’ più acerbo. Ho trovato la scrittura di Valentina come al solito molto scorrevole, che riesce a prendere subito, ma qualche passaggio da un punto di vista stilistico che non mi ha convinto del tutto. Niente di troppo grave, comunque, e proprio per questo mi complimento con l’autrice per i suoi miglioramenti.
Detto questo tre stelline e mezzo a questo libro, che vi consiglio se siete interessati a una lettura piacevole o a fare una passeggiata per le vie della Ville lumière. 

Consigliato?
Sì!

Voto
3 stelline e mezzo

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