Recensione "Città di Carta" di John Green


Pagine: 391
Casa Editrice: Rizzoli
Prezzo: € 14,00 

Trama
Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.


"Il sempre è fatto di tanti adesso"


Recensione


Premetto che per questo libro ero partita con i migliori entusiasmi. Vuoi per i numerosi commenti positivi da parte vostra sul libro, vuoi per la fama di John Green, la presenza di Nat Wolff nel film che io adoro dai tempi di “Colpa delle stelle”.

L’idea alla base mi sembrava buona, lo stile di John Green semplice e senza troppi fronzoli che introduceva la storia, il contorno, i personaggi principali. Quentin è un ragazzo timido, che si nasconde nell’ombra, preso a volte di mira dai bulli. Margot è la ragazza popolare che lo ignora, che sa che esiste ma che se ne frega, che ha tutto, ma non si accontenta.

Quentin e Margot sono stati amici da bambini, un ricordo li ha tenuti uniti per tutto questo tempo nonostante si siano ignorati. O meglio, Quentin non ha mai smesso di ignorare Margot, si è limitato a nascondere i suoi sentimenti per lei durante tutto l’arco del liceo, senza avere mai il coraggio di farsi avanti.

Nella notte che condivideranno insieme circa la “vendetta” di Margot nei confronti di alcuni suoi compagni di scuola, la ragazza smette di essere quella popolare che se ne infischia di lui. Ritorna la bambina di un tempo, la complice di Quentin. Quell’avventura è un continuo susseguirsi di scene divertenti, di riflessioni sulla loro adolescenza, che vanno avanti per alcuni capitoli. 

Dopo quella notte Quentin si crogiola nella speranza che da quel momento le cose fra lui e Margot cambieranno, che lei non lo ignorerà più.
Però lei scompare.

Nessuno sembra essere troppo spaventato o preoccupato, i genitori di Margot sono più arrabbiati che in preda all’ansia all’idea che la loro figlia sia scomparsa nel nulla. Non è la sua prima fuga. In passato Margot è scappata più volte di casa, lasciando dietro di sé degli indizi sulla sua destinazione, che non sempre sono stati compresi.
Ma questa volta è diverso, questa volta Margot non torna.

È da questa parte del libro, che andando avanti, mi sono sentita di dare a questo libro soltanto tre stelline e mezzo.  
Mi sono ritrovata a far fatica a leggere le pagine, la ricerca degli indizi sulla fuga di Margot mi è risultata lenta e dovevo rileggere più volte i pezzi perché non riuscivo del tutto a concentrarmi. 
Mi sentirei di fare un appunto sugli adulti di questo libro, che per buona parte del libro non riuscivo a capire. Quando Quentin e i suoi amici hanno iniziato a prendere in considerazione l’idea che Margot potesse essere morta, che stavolta non sarebbe tornata davvero, mi sono chiesta perché nessuno si impegnasse a ritrovarla.
Ho accusato i genitori di Margot tutto il tempo, chiedendomi perché non smuovessero un dito per ritrovarla, pur essendo arrabbiati con lei. Anche la polizia, a cui si rivolgono per ritrovare la ragazza, rimane quasi del tutto estranea alla faccenda, considerando il gesto della ragazza come una normale burlata.

Ho iniziato a comprendere gli atteggiamenti di questi personaggi solo alla fine del libro, quando i nodi si sono sbrogliati del tutto. Quando Quentin è riuscito a interpretare bene ogni indizio. 
Il finale mi ha sorpresa, tuttavia credo che fosse giusto così. 

L’ultima parte del libro è quella che mi ha riportato un po’ su, che mi ha fatto divertire e leggere fino alla fine l’ultima pagina, facendomi ridere durante l’incredibile viaggio in macchina di Quentin con i suoi amici. 
A proposito del protagonista, lui mi è piaciuto. Dico la verità, non mi ha fatto impazzire, però non mi è dispiaciuto totalmente, anche perché per buona parte del libro mi ha sempre fatto molta tenerezza.

Margot invece non sono riuscita a comprenderla: mi è sempre rimasta del tutto indifferente. Non mi è piaciuta, ma non l’ho nemmeno odiata. 

Per quanto riguarda il film invece, mi sento di dire che ha seguito abbastanza l’andamento del libro, fatta eccezione per alcuni aspetti all’interno della storia. Nat Wolff mi è piaciuto molto nel ruolo di Quentin Jacobsen, immaginavo il protagonista del libro esattamente così, credo sia riuscito nell’intento di far trasparire le insicurezze e le paure di Quentin. Gli stessi amici del protagonista erano azzeccati per i ruoli assegnati, in primis Radar, molto molto simile a come me lo immaginavo nel libro. 
Anche Cara Delevingne è stata molto brava a interpretare il suo ruolo, anche se io ci avrei visto un’attrice diversa per la parte di Margot.

In futuro voglio provare a leggere qualcos'altro di quest'autore, anche perché lo stile non mi dispiace. Magari continuerò con "Colpa delle stelle", di cui ho amato il film.

Voto
Tre stelline e mezzo

Consigliato?
Sì.

L'autore

John Green è il pluripremiato autore di romanzi in vetta alla classifica del New York Times. Tra i riconoscimenti ricevuti, La Printz Medal, Il Printz Honor e l’Edgar Award. È stato per due volte finalista al LA Times Book Prize. Insieme al fratello Hank, ha cofondato Vlogbrothers (youtube.com/vlogbrothers), uno dei canali di video più seguiti al mondo. Potete seguire John su Twitter (@realjohngreen) e tumblr (fishingboatproceeds.tumblr.com) e sul suo sito ufficiale johngreenbooks.com.
John vive con la sua famiglia a Indianapolis, Indiana. È tra le cento persone più influenti al mondo del 2014 secondo il TIMEMagazine. 


Commenti

Post più popolari